Intervista al Tumore

MALATTIA & FELICITA’ – INTERVISTA AL TUMORE

“Dopo anni di convivenza col tumore, mi sento di poter affermare che il cancro è principalmente una malattia dell’Anima. Il tumore è come un figlio che vive nella casa del genitore che lo ospita, e dal quale non è ascoltato, né visto e compreso: il figlio tenta allora di manifestarsi a modo suo, con un suo linguaggio e con codici apparentemente illeggibili,  che spesso si scontrano con quelli familiari.

È un tentativo disperato della nostra parte sensibile di far emergere una qualche necessità vitale ed insoddisfatta e non percepita dalla parte cosciente in noi. Sottolineo che tutto questo va molto oltre la logica analitica con cui noi umani cerchiamo di leggere la realtà e vivere la vita: infatti sul piano biologico ciò si traduce nella formazione di cellule anomale, che cercano di fare una loro vita, diversa e spesso opposta alla vita della famiglia cellulare che le ospita.

L’idea terapeutica generale è di uccidere il cancro: lui riceve le legnate farmacologiche, ma spesso non fa una piega e ritorna. Dati statistici recenti censiti negli USA ed in Australia ( l’Italia segue questo trend) riportano un aumento dei casi di tumore del 6% annuo; nella Regione Piemonte l’aumento dei casi di recidive è stato del 20% negli ultimi dieci anni. Dal mio personale punto di vista, queste percentuali riflettono l’aumento del malessere di un’umanità che ha perso il contatto con la propria essenza; che si è rifugiata in un individualismo estremo ed in un’anestesia dal sentire le voci interiori ed i bisogni più veri e umani.

 Le migliaia di informazioni disastrose che ci vengono servite quotidianamente danno la dimensione della malattia in senso sociale: il mondo ha il cancro, e conseguentemente tanti suoi rappresentanti ne diventano testimoni. Fatte queste considerazioni, penso che i progressi medico-scientifici, senza un’integrazione con un lavoro mirato a ristabilire una connessione con le qualità dell’Anima, non potranno avere risultati incoraggianti nella riduzione delle casistiche oncologiche: il male non si origina nei corpi, sono i corpi che cercano di farcelo vedere.

Ma qualcuno si è mai chiesto quale possa essere il punto di vista del cancro?

Dopo averlo intervistato ho compreso che esso non ha nessuna intenzione bellicosa o distruttiva: vuole solo far sopravvivere una parte remota dell’Anima.

Non vuole uccidere la persona: ma chiede disperatamente che la falsa persona, la struttura egoica insensibile che spesso governa il nostro agire, si faccia da parte. Siccome l’Ego si fa materia attraverso il corpo, il piccolo tumore non ha scelta: per sciogliere le sbarre dell’Ego può solo agire sul corpo fisico.

È solo quando ci liberiamo dalle tenaglie difensive della personalità, che ci impediscono di comunicare con la malattia, che possiamo accedere  ad una dimensione di grande sensibilità e, da qui, alle frequenze elevate che includono la guarigione; è solo in questo spazio di coscienza  elevata che  possiamo dare la libertà al tumore.

La libertà del tumore è la liberazione del messaggio che contiene.

 Questo non è garanzia di avere un corpo che vivrà sano in eterno: ma è la certezza di poter vivere in una connessione piena con la nostra Anima e di manifestarla coerentemente in ogni singolo istante di vita che ci è concesso. Soprattutto è un’enorme chance per cominciare a riempire l’etere, i corpi ed i cervelli di informazioni positive associate alla parola tumore: il nuovo bagaglio informativo ed i relativi codici genetici sull’argomento cancro che possiamo lasciare alle future generazioni, potranno in futuro sostituire l’ equazione  tumore = morte con tumore =  gioia e manifestazione di sé.

Questa è per me l’unica vera medicina risolutiva: guarire gli esseri umani per guarire i loro corpi.
E già che ci siamo, sostituiamo la parola tumore con TU-(A)MORE.”

                                                                                               Abheeru R. Berruti